Giuseppe Martucci. Da Capua all’Accademia di Santa Cecilia

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Libro

AA. VV.

In una non memorabile sentenza Guido Pannain affermava che il Novecento musicale italiano fosse iniziato con il funerale di Giuseppe Martucci (1909). A cento anni da quel funerale i tempi sono maturi per una riflessione sulla sua figura, sulla collocazione storica e sugli sviluppi che ne sono conseguiti. Questo volume raccoglie una selezione di saggi scritti per la ricorrenza centenaria non solo da musicologi, ma anche da storici della letteratura, della filosofia e della cultura. Parte degli scritti proviene da alcune giornate di studio dedicate al musicista di Capua nel corso del 2009; altri sono stati specificamente commissionati per l’occasione. Le celebrazioni centenarie sono state dislocate in diverse sedi collegate di Roma, Mantova e Napoli, e hanno costituito l’occasione per eseguire molta musica martucciana; un esempio si trova nel cd allegato al volume, contenente due composizioni per violoncello e pianoforte, emerse e pubblicate durante il centenario. Martucci è ancora, per molti, il compositore di brevi pezzi caratteristici per pianoforte; eppure un’indagine anche sommaria rivela che il miniaturismo pianistico è la parte più caduca e debole della sua produzione, davanti alle grandi forme strumentali o alla Canzone dei ricordi. Ed è su queste ultime opere, infatti, che il volume punta maggiore attenzione, nella convinzione che in esse risieda il valore storico ed estetico di Martucci. Specifica attenzione è stata riservata allo studio delle fonti autografe, settore particolarmente importante per un compositore che usava correggere intensivamente i suoi manoscritti. Ne esce il ritratto di un compositore-interprete, che mal si adatta ai luoghi comuni dell’ “epigono” o del “pioniere”, tanto radicati nella manualistica storica quanto inadeguati a un musicista aperto alla cultura europea ma al tempo stesso consapevole della tradizione nazionale.

2012 – Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Pagine: 408