Page 15 - Programma di sala - 5 marzo 2021
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Il movimento finale - «Selig sind die Toten» - è una pagina solenne
(Feierlich) che ritorna al fa maggiore iniziale, e chiude anche
concettualmente la parabola che va dal «Beato chi vive nel dolore»,
al «Beato chi muore nel Signore» («Selig sind die Toten, die in dem
Herrn sterben»), sulla base di un frammento dell’Apocalisse (14,
13) già usato da Schütz nel Musikalisches Exequiem. È una pagina
di estrema semplicità formale (ABA), che evoca la pace celeste (e
ricorda l’antifona «In Paradisum» del Requiem latino), grazie anche
all’orchestrazione diafana e alla morbida melodia dei soprani,
echeggiata dai bassi e poi ripresa in forma di corale. Un’improvvisa
frase solenne, accompagnata in pianissimo dai tromboni («Ja der Geist
spricht»), introduce la seconda parte, in la maggiore, accompagnata
dalle linee bucoliche di oboe e flauto, momento consolatorio, pieno di
inflessioni cantabili, che paragona la morte al riposo dal lavoro. Dopo la
ripresa, il movimento si conclude, ciclicamente, con una citazione del
motivo tricordale del primo movimento («Selig sind») e della coda dello
stesso, nove battute nelle quali ricompaiono le arpe che suggellano il
finale paradisiaco, promessa di beatitudine e di consolazione.
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