Page 10 - Programma di sala - 5 marzo 2021
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definitiva,  il  quinto  movimento  (con  soprano  solista),  che  Brahms
          compose solo nei mesi successivi e che fu eseguito in forma privata il
          17 settembre 1868 a Zurigo (col soprano Ida Suter-Weber e diretto da
          Friedrich Negar) e fu poi inserito stabilmente all’interno del Requiem.
          La versione integrale in sette movimenti fu eseguita per la prima volta
          al Gewandhaus di Lipsia il 18 febbraio 1969 con Carl Reinecke sul
          podio, e Emilie Bellingrath-Wagner e Franz Krükl come solisti.
          Il Requiem tedesco ha l’organico tipico del grande oratorio romantico,
          ma non ne ha i caratteri: manca infatti la dimensione del racconto, le
          arie, i cori, l’azione drammatica. Non ha nemmeno alcun rapporto
          con la Missa pro defunctis della liturgia cattolica, non ha la teatralità
          del rito romano, è piuttosto un lavoro meditativo, privo di contrasti
          drammatici,  un’opera  corale  che  riflette  la  concezione  protestante
          della morte, intesa come trapasso a una vita migliore, un lavoro
          quindi profondamente tedesco, più vicino agli oratori di Bach che alla
          dimensione spettacolare del Requiem di Berlioz o di quello verdiano.
          Il testo è costituito da passi tratti dall’ Antico e dal Nuovo Testamento,
          selezionati e  montati dallo  stesso  Brahms  in maniera del tutto
          personale, ma in modo da dare a ciascun movimento sostanza
          poetica  e  un  preciso  significato.  Il  risultato  è  un  affresco  corale  di
          grande intensità espressiva, che fa tesoro delle precedenti esperienze
          del Begräbnisgesang op. 13 (Canto funebre) composto nel 1858, per
          l’atmosfera cupa che lo pervade, e della Cantata Rinaldo op. 50, per il
          trattamento del coro e dell’orchestra. I primi tre movimenti si possono
          raggruppare in una grande descrizione delle miserie della vita terrena
          e della sua fragilità, e introducono temi come la consolazione per i
          vivi, la confidenza nella bontà divina, l’attesa della resurrezione. Gli
          altri quattro movimenti evocano invece la felicità della vita eterna, la
          redenzione del mondo da parte di Cristo, la consolazione del Paradiso
          che attende l’uomo dopo le sofferenze dei giorni terreni. Brahms crea
          una solida architettura, dominata dalle tonalità maggiori (non da quelle
          minori come sarebbe logico in un Requiem - anche i movimenti in
          tonalità minore si concludono in maggiore), ricorrendo a forme semplici
          nei movimenti estremi (il I e il VII in forma di Lied) e in quelli centrali
          (un rondò nel IV movimento, e una semplice forma ternaria nel V),
          adottando una scrittura tendenzialmente statica e un’orchestrazione
          priva di colori brillanti.


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