Page 21 - Programma di sala - 2 aprile 2021
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vocazione “paradisi gloria” delle voci femminili e maschili. Troviamo
             nel n. 9 l’esempio di come Rossini paghi il suo tributo allo stile an-
             tico con la scelta delle voci a cappella, ma sappia inserire la pagina
             in una logica successione di eventi, e omologare, con il contenuto
             cromatico, lo stile “antico” alle scelte espressive di tutta la partitura.
             E ancora il Finale – dopo il triplice e perentorio “Amen” – è un omag-
             gio allo stile “severo”, con la fuga (“In sempiterna saecula”) che chiu-
             de, come di prammatica, qualsiasi composizione sacra. Abbiamo
             qui una fuga con doppio soggetto, condotta con la mano sicura del
             migliore allievo di padre Mattei, e a cui non difetta – come a tutti gli
             altri numeri della partitura – una replica testuale della coda. E tuttavia
             proprio la conclusione presenta una sorpresa; riappare inaspettato
             poco prima della fine, a interrompere il flusso del contrappunto, il
             “motto” di sedici battute che aveva aperto l’introduzione dello Sta-
             bat. La riapparizione ha diverse funzioni. Saldare definitivamente la
             frattura insita nello “Stilus mixtus”. Richiamarsi alla tradizione sacra,
             che applicava spesso una simile logica circolare. E ancora chiudere
             la “cornice” dello Stabat Mater ribadendo il senso di equilibrio archi-
             tettonico e di calibrate proporzioni proprio dell’estetica neoclassica
             e della poetica degli affetti.
































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