Page 17 - Programma di sala - 12 marzo 2021
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Suite n. 3 di Čajkovskij
             di Oreste Bossini

               Data di composizione 1884
               Prima esecuzione San Pietroburgo, 24 gennaio 1885
               Direttore Hans von Bülow
               Organico ottavino, 3 flauti, 2 oboi, corno inglese,
               2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni,
               basso tuba, timpani, percussioni, arpa, archi

             Per la maggior parte della vita adulta Čajkovskij ha tenuto un diario,
             ma alla fine decise, un paio d’anni prima di morire, di distruggere la
             maggior parte dei quaderni. Per fortuna si è salvato il diario tra la
             primavera e l’estate del 1884, giusto il periodo in cui Čajkovskij ha
             lavorato alla Terza Suite per orchestra. In queste pagine si possono
             seguire non solo i progressi del lavoro, ma anche il divampare di una
             passione a stento controllata per il nipote Vladimir, detto Bob, appena
             adolescente, che negli ultimi anni diventerà una figura cruciale per i
             delicati equilibrî psicologici di Čajkovskij.
             Rispetto alla precedente Suite, scritta appena l’anno prima, la Terza
             mostra un’architettura più sinfonica, articolata in quattro episodi di
             carattere  affine  ai  movimenti  di  una  Sinfonia.  Čajkovskij,  tuttavia,
             non aveva intenzione di scrivere un lavoro troppo impegnato nella
             sfera spirituale, ma al contrario una musica rivolta al pubblico, da
             intrattenimento, semplice e allo stesso tempo molto curata nella
             scrittura orchestrale. La Suite in sol maggiore è dedicata al direttore
             d’orchestra Max Erdmannsdörfer, che aveva diretto la Seconda Suite,
             ma curiosamente l’onore della prima esecuzione, il 24 gennaio 1885 a
             San Pietroburgo, toccò al celebre maestro Hans von Bülow, apostolo
             della tradizione sinfonica tedesca, che riscosse per sé e per l’autore
             un autentico trionfo.
             In contrasto con lo spirito classico della Sinfonia ci sono anche i titoli
             che illustrano i movimenti, anche se gli ultimi due, Scherzo e Tema
             con variazioni indicano solo delle forme musicali astratte.
             Il primo movimento, invece, Elégie, vuole dipingere una sensazione,
             un’impressione interiore, così come il movimento successivo, Valse
             mélancolique. In realtà all’inizio Čajkovskij lavorava su un altro episodio

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