Page 9 - Programma di sala - 16 aprile 2021
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Belcanto Gala
Un omaggio al melodramma di Bellini e Donizetti
di Francesco Ermini Polacci
Ci sono due figure di compositori che marcano in maniera indelebi-
le il territorio del teatro d’opera dell’Ottocento italiano, nello spazio
temporale dopo Rossini e prima di Verdi, ed hanno i nomi di Vin-
cenzo Bellini e Gaetano Donizetti. Si contesero entrambi i maggiori
palcoscenici dell’Europa del tempo a suon di titoli d’opera, nei quali
riversarono caratteri, temi e una sensibilità tutti riconducibili a quel
momento fondamentale del pensare e del sentire umano che è stato
il Romanticismo.
L’amore è il tema più diffuso, anche se non l’unico, vissuto nella loro
musica con le più differenti sfaccettature, e spesso con gli esiti più
devastanti: quante delle loro opere hanno per protagonisti amanti
infelici? Ma Bellini e Donizetti rimasero anche legati, per vie diver-
se, al Belcanto, ossia a uno stile, a una poetica e a un gusto che
affondavano le loro origini nell’opera del Settecento: il canto inteso
come valorizzazione della vocalità in sé, indirizzato a una dimen-
sione espressiva attraverso la pura bellezza canora, il fascino della
tornitura melodica, il virtuosismo richiesto alla voce. Bellini mostrò il
suo talento nel dispiegare melodie infinite quanto di invenzione fe-
licissima, arrivando a una sorta di idealizzazione, seppur aggiorna-
ta, dello stile belcantistico; Donizetti diede al canto sollecitazioni più
drammatiche e realistiche. Il loro percorso in questo senso è ben
raffigurato dal programma di oggi.
LUCIA DI LAMMERMOOR (1835) non è il primo grande successo
di Donizetti, ma rimane ancor oggi il suo titolo serio più famoso,
e può senz’altro esser presa ad emblema di quella felice stagione
romantica del melodramma italiano. Non foss’altro per la vicenda
dalle cupe tinte tragiche, ammantata di ambientazione storica, che
il librettista Salvatore Cammarano trasse dal quasi omonimo roman-
zo di Walter Scott: l’amore infelice fra Lucia Ashton ed Edgardo di
Ravenswood, ostacolato da Enrico, fratello di lei, in nome di antiche
faide di famiglia, e destinato ad esser fatalmente suggellato dalla
morte dei protagonisti. C’è voglia di una drammaticità il più possibile
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