Page 17 - Programma di sala - 16 aprile 2021
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tersa. Momento di pura estasi, nel quale il lirismo belcantistico è
come idealizzato; assai diverso dal canto drammaticamente fran-
to che Donizetti assegnerà, in analoga situazione, alla sua Lucia di
Lammermoor, solo pochi mesi dopo. Eppure, cova sotto la cenere
dei Puritani un fuoco squisitamente romantico, che non di rado arde
in orchestra. Ad aprire l’atto terzo, ad esempio, è un episodio tutto
strumentale, caratterizzato da corni che mugghiano minacciosi, da
sinistre folate dei fiati, da tempestose figurazioni dei violini: è l’ura-
gano che infuria mentre Arturo, sfuggito ai nemici, cerca rifugio nella
casa di Elvira. I due s’incontrano nella scena successiva, lei vaneg-
gia, ma poi lo riconosce: e ne nasce un duetto (“Sei pur tu… Or
non m’inganni”), che alterna ritmi spigliati e giubilanti a momenti
più malinconicamente introspettivi. Bellini segue da vicino, come un
sismografo delle passioni, il racconto che Arturo fa delle sue peri-
pezie e le reazioni di Elvira, fino a portare quel dialogo fatto di slanci
per lui e di toni mestamente interrogativi per lei al culmine del duetto:
“Vieni fra queste braccia” canta Arturo, “Caro, non ho parola” gli fa
eco Elvira, sulla stessa identica melodia. Su un ritmo marziale le due
voci infine s’inerpicano, giurandosi reciproco amore nel trionfo e nel-
lo slancio della stretta conclusiva.
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