Page 9 - Programma di sala 27 marzo 2021
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La Quinta Sinfonia di Bruckner
di Oreste Bossini
Data di composizione Prima versione: 1875 - Vienna, 9 agosto
1877; Seconda versione: 1877 - 1878
Prima esecuzione Graz, Thalia Theater, 9 aprile 1894
Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 3 trombe,
3 tromboni, basso tuba, timpani, archi
La prima esecuzione della Quinta Sinfonia di Anton Bruckner avvenne
a Graz il 9 aprile 1894. L’autore non era presente per le cattive
condizioni di salute - sarebbe morto l’11 ottobre 1896 - e forse fu un
bene. Quello che avrebbe ascoltato, infatti, sarebbe stato un lavoro
ben diverso da quello faticosamente terminato sedici anni prima,
nel 1878, dopo aver rifinito per oltre due anni la partitura, nota per
nota, con certosina pazienza e incrollabile fede nella propria visione,
malgrado la desolante solitudine di quegli anni viennesi.
Il direttore dell’orchestra di Graz, Franz Schalk, era stato un allievo di
Bruckner al Conservatorio, e aveva iniziato una carriera da direttore
d’orchestra che lo porterà a diventare uno dei più autorevoli e stimati
maestri del primo Novecento, fino alla scomparsa nel 1932. Schalk era
anche un esponente di spicco, insieme al fratello Josef, a Ferdinand
Löwe, allo stesso Gustav Mahler, della cerchia di musicisti che aveva
affettuosamente sostenuto l’anziano maestro a Vienna, difendendolo
con ardore dagli attacchi velenosi e sprezzanti della critica musicale
conservatrice, considerata da questi giovani artisti come l’espressione
di un’élite superba e corrotta. I fratelli Schalk avevano stretto una
relazione quasi familiare con Bruckner, che si appoggiava a loro e
ricambiava le innumerevoli premure con una stima estesa fino al
punto di discutere con questi fedeli allievi il proprio lavoro, e persino
di accettare a volte consigli su aspetti essenziali della composizione.
Il caso forse più clamoroso è la revisione del 1887/88, profondamente
influenzata da Löwe, della Quarta Sinfonia. L’esecuzione della nuova
versione, con i Wiener Philharmoniker diretti da Hans Richter, fu uno dei
più esaltanti successi di Bruckner, l’impresentabile maestro di un tempo
che si prendeva la rivincita per le umiliazioni patite dall’establishment
viennese a causa del suo ingenuo entusiasmo per Wagner.
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