Page 9 - Programma di sala - 2 aprile 2021
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Il Concerto per pianoforte
n. 23 K 488 di Mozart
di Paolo Gallarati
Data di composizione 1786
Prima esecuzione Vienna, Burgtheater, 7 aprile 1786
Direttore e pianista Wolfgang Amadeus Mozart
Organico Pianoforte solista, Flauto, 2 Clarinetti, 2 Fagotti,
2 Corni, Archi
Terminato il 2 marzo 1786 ed eseguito pochi giorni dopo, il Concerto
in la maggiore K. 488 appartiene ad un periodo di straordinaria
fecondità creativa: in quell’anno Mozart compose non solo Le
nozze di Figaro, rappresentate il 1° maggio, ma anche una ricca
serie di pagine strumentali, tra cui altri due meravigliosi Concerti
per pianoforte, in do minore K. 491 e in do maggiore K. 503,
molto diversi, per stile ed espressione, dal K. 488. In questi anni,
il genere del concerto pianistico rappresenta per Mozart una fonte
di guadagno e di successo: davanti al pubblico che lo osanna, il
pianista-compositore può sfogare tutta la propria abilità virtuosistica
e un nuovo modo di suonare, favorito dalla tecnica dei pianoforti
più moderni, come quelli del costruttore Johann Andreas Stein, che
Mozart aveva descritto accuratamente nella lettera del 17 ottobre
1777: strumenti duttili nel gioco di piano e forte, dotati di meccanica
silenziosa, particolarmente sensibili al tocco, e il cui suono poteva
essere smorzato o prolungato dal pedale di risonanza con estrema
precisione. La secchezza del suono clavicembalistico era sostituita,
così, dalla possibilità di sfumarlo, ammorbidirlo, prolungarlo in aloni
sonori che annunciano la magia del pianoforte romantico.
Quando li aveva provati a Mannheim, Mozart si era acceso di en-
tusiasmo per la personalità dei nuovi strumenti e aveva cambiato il
proprio stile esecutivo: «Tutti dicono cose meravigliose di Wolfgang
– scriveva sua madre al marito Leopold il 28 dicembre 1777 – ma
ora egli suona in modo del tutto diverso da quello che usava a Sali-
sburgo, perché qui ci sono pianoforti su cui suona tanto straordina-
riamente bene che tutti dicono di non aver mai ascoltato niente di
meglio». Nell’eccitazione creativa indotta dalle nuove possibilità degli
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